La Confrérie du Crabe - La Confraternita del Granchio
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I cinque protagonisti |
G: Questa volta abbiamo voluto complicarci la vita. Avete capito bene, complicarci la vita, perché parlare di un’opera come "La Confrérie du Crabe" senza sciuparla, senza svelarne completamente la trama e senza interrompere la tensione narrativa che Mathieu Gallié - sceneggiatura - e Jean-Baptiste Andreae - disegni e colori - costruiscono lungo i tre volumi che compongono questo piccolo capolavoro non sarà affatto semplice.
Prendiamoci perciò un attimo di tempo e cominciamo con una digressione. Alcuni frequentatori di questo piccolo piccolo blog ci hanno scritto chiedendoci come mai tra gli interventi figurano opere come questa, mai tradotte in italiano, e sopratutto perché queste opere sono tutte francofone. “Non ci sono abbastanza autori italiani di cui parlare? Perché ad esempio non raccontate del grande fenomeno del 2013, il nostro ZeroCalcare?”, cito testualmente dal messaggio che abbiamo ricevuto…
Dopo esserci consultati attentamente e aver meditato diverse risposte, dalle più dolci alle più cruente, siamo arrivati a selezionare due versioni finaliste.
La prima è che ci pare giusto offrire ad una parte di lettori italiani, i più giovani, i neofiti del fumetto, i più curiosi o semplicemente i più pigri, la possibilità di sbirciare fuori dal mondo delle fumetterie e delle librerie con rapide incursioni oltre l’arco alpino, là dove il fumetto è venerato come in nessun’altra parte del mondo. Questa scelta comporta che a volte capiti di parlare di opere non ancora tradotte in italiano, anche nella speranza che a qualche editore venga la voglia di acquistarne i diritti e di colmare queste lacune. Capiamo che spesso reperire opere straniere può non essere semplice - anche se basta, ad esempio, entrare nel sito amazon.fr con le credenziali dell’account italiano per trovare tutte le opere francofone di cui abbiamo parlato e parleremo, o semplicemente seguire di volta in volta i link che vi forniamo all’editore o agli store on-line - e che ancora più complesso può essere leggere un fumetto in una lingua che non si conosce, ma crediamo che non sia poi in fondo una missione impossibile!
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C'è un granchio nella sua testa |
La seconda versione è "La Confrérie du Crabe".
Un fumetto che è difficile da trattare come dicevamo in apertura e al quale è anche complicato dare una collocazione. Non è semplicemente un fantasy come molti si ostinano a definirlo, non appartiene esclusivamente al mondo della fantascienza, né a quello della fiction, o al mistery, o al un giallo… "La Confrérie du Crabe" se proprio deve essere categorizzato può essere definito come un’opera onirica, immaginifica, meta-reale. Sembra che i due autori, entrambe francesi, giochino direttamente con gli elementi informi e slegati che costituiscono i nostri sogni, e come nei nostri sogni notturni ritroviamo tra queste pagine quella sensazione di incertezza, di non sense, quel continuo succerdersi di ambienti e avvenimenti che scimmiotta la realtà talmente bene da confondersi con essa.
W: Tutto inizia con un cielo stellato. Poi l’inquadratura arretra, c’è un ragazzino che fissa il cielo, si volta, incrocia una sguardo nella penombra, i ragazzini sono quattro, sono ai piedi di un letto, una candela in mano che rischiara appena l’ambiente. Non è un film, è così che comincia "La Confrérie du Crabe". Siamo in un ospedale e i quattro ragazzini si chiamano Bernardino, Jarvis, Nicolo, e Come. Il primo, quello che apre la scena è Bernardino il “capo” della confraternita. Lo sguardo che incrocia è quello di un quinto ragazzino, Mael, sdraiato immobile e muto nel suo letto. Tutti e cinque condividono una malattia terrificante: hanno un granchio all’interno del loro corpo che li pizzica e li divora lentamente. Ognuno in un posto diverso, chi nella gamba, chi nella pancia, Mael nella testa.
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Dicevamo della luce? |
La confraternita non è uno scherzo inventato da dei bambini che si annoiano nel loro letto d’ospedale, badate bene, ma ha uno scopo ben preciso: evitare che il personale medico compia la sua terribile missione. I ragazzini hanno scoperto, infatti, che i medici non gettano i pezzi dei granchi che riescono ad estrarre dai loro corpi, bensì li conservano. Centinaia, migliaia di pezzi di granchio conservati in attesa di essere utilizzati per costruire un immensa e malefica creatura che distruggerà il mondo. Lo scopo della confraternita è, appunto, impedire che questo accada. E qui cominciano i guai… arriva il momento dell’operazione di Mael… ma qualcosa non va per il verso giusto e tutti e cinque i ragazzini si ritrovano catapultati in un mondo decisamente strano all’interno di un castello che definire degli orrori sarebbe poco. Assistiamo così al susseguirsi di personaggi e situazioni al limite del reale, alcuni dei quali sono dei chiari omaggi al mondo classico dei mostri della letteratura e del cinema. Troviamo splendide fanciulle alate con i canini un po’ troppo cresciuti, un lupo mannaro, un conte assetato di sangue che ricorda fortemente un altro conte molto più famoso portato in scena dal celebre regista Friedrich Wilhelm Murnau, uno scienziato pazzo che si diverte a fare esperimenti con fulmini su esseri che prima sono inanimati e poi… beh, poi non più, e via via in un lungo turbinio di situazioni oniriche. Continuamente in fuga da uno scenario all’altro i ragazzini si ritroveranno di fronte all’obbiettivo della loro confraternita, il protagonista dei loro incubi…
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Scenari surreali e schemi delle tavole stravolti |
Il finale è un colpo di scena pazzesco, degno delle migliori trame romanzesche che ci è capitato di leggere e che chiaramente non intendiamo svelarvi.
T: Eh eh eh, il compito di G. e di W. questa volta è stato davvero complicato, ma il mio non è mai stato più semplice di così. E’ in gran parte per i disegni che abbiamo scelto quest’opera come risposta alle domanda del nostro amico lettore. Perché, e lo potete vedere anche dalle pochissime anteprime di questo post, questa volta stiamo parlando di illustrazioni davvero eccezionali. In tutti e tre i volumi ho contato solo una tavola che non mi ha strappato un ”ohhhhhh” di ammirazione appena il mio sguardo ci è caduto sopra. Alcune me le sarei volentieri appese in casa come opere d’arte. Il lavoro di Andreae è superbo, il tratto unico e la colorazione fantastica, ma quello che più colpisce sono le atmosfere e, chiaramente, le luci. Le prime sono magiche, un misto di tutto quanto di più spaventoso sia stato immaginato, eppure bellissime. Trovano la chiave del vero horror: così bello da non poter non essere guardato, anche se sotto sotto fa paura. Le seconde meriterebbero un intero trattato, anche qui, come per le illustrazioni, non ne riesco a trovare una che sia fuori luogo o leggermente sbagliata o che non riesca a dare l’effetto che voleva dare. Sono certo aiutate dal fatto che tutti i toni delle tavole, salvo alcuni rari esterni, la sala operatoria e l’ospedale, sono molto molto cupi, ma il lavoro che Andreae fa con i bianchi per illuminare le scene è davvero fuori dal comune, e in anni di attenta visione di fumetti mi è capitato forse altre due o tre volte di vedere degli effetti del genere… una è sicuramente in un’altra opera francofona, “La Saison de la Couloeuvre”, che al contrario di questa ha tutte tavole disegnate su toni di bianco salvo alcune eccezionali escursioni nel colore.
I disegni seguono una tecnica che occhieggia amorevolmente verso il cinema, con inquadrature e sequenze degne del miglior regista di Hollywood.
Le tavole, poi, hanno molteplici variazioni di ritmo e quasi in ogni pagina troviamo vignette che rompono gli schemi classici delle tavole in ogni variante che si possa immaginare!
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Il peggio che si possa immaginare... |
Per quanto mi riguarda questo "La Confrérie du Crabe" viene promossa sicuramente con il massimo dei voti ed anzi ne consiglio la lettura anche a chi di francese non capisce proprio nulla, perché delle immagini così belle fanno sicuramente bene agli occhi e all’umore di chi le vede!
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Poesia allo stato puro! |
G: Resta poco pochissimo da aggiungere. Purtroppo a differenza di altre volte dovrò dirvi che chi non padroneggia la lingua francese incontrerà qualche difficoltà nella lettura, perché i testi sono scritti in un francese molto colloquiale, dovendo rendere l’effetto di essere parlato da dei ragazzini, e quindi non vengono elemosinate elisioni e contrazioni tipiche dello slang giovane. Nulla di grave però, si può perdere il senso di qualche vignetta se non si è troppo allenati, ma di sicuro il messaggio della storia è chiaro - nonostante la complessità della trama - e i disegni valgono e ripagano ampiamente lo sforzo per la lettura.
"La Confrérie du Crabe" è dell'editore Delcourt e si colloca nella collana "Terres de Legendes", per acquisto vi consigliamo Amazon.fr, se avete un account italiano vi basterà inserire le vostre credenziali d'accesso e il gioco è fatto. Rimarrete stupiti dalla velocità di consegna!
Come dicevamo nell’introduzione è chiaro che il nostro augurio sia di vederlo presto prestissimo tradotto in italiano e pubblicato in una veste che non faccia un torno all’immane lavoro di Andreae sui colori e sulle luci!
Buona lettura a tutti.
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